mercoledì 21 maggio 2014

A volte ritornano - Godzilla

Ieri ho visto il nuovo film dedicato a Godzilla. Ammetto che mi ha lasciata così-così, quindi lo recensisco in maniera atipica. E altamente spoilerosa!!




ASPETTI SÌ:
- Godzilla è "buono": 
ebbene sì, qui Godzilla non è un mostro distruttore ma un predatore a caccia di strani e giganteschi esseri volanti (spore aliene?), tutt'altro che pacifici. Li troverà e gliene darà di santa ragione, salvando, così, l'umanità dalla terribile minaccia. Nel farlo, a dirla tutta, abbatterà anche qualche palazzo ma, si sa, il fine giustifica i mezzi.

-Godzilla se ne va sulle sue gambe: 
quando, nell'ormai lontano 1998, avevo visto il precedente film al cinema non ero rimasta traumatizzata dai palazzi che crollano, dalla gente sbranata o dalle persone terrorizzate che scappano di qua e di là, a farmi salire le lacrime agli occhi era stata solo una cosa: alla fine uccidono Godzilla. In fondo lui era solo un povero mostriciattolo che agiva in base all'istinto, non era cattivo! Poverino!! Il finale di questa nuova trasposizione, perciò, mi ha finalmente dato pace.

-Il messaggio ambientalista di fondo: 
"L'arroganza dell'uomo è pensare che la natura sia sotto il nostro controllo e non il contrario", dice ad un certo punto del film il dottor Serizawa. E questo è, più o meno, il riassunto di quello che vuole essere il messaggio del film. La natura è in grado di gestirsi da sola, di autoregolamentarsi e l'intervento dell'uomo può ben poco. In questo senso, Godzilla è l'elemento di riequilibrio, il mezzo della natura per mantenere il proprio ordine. E se anche un ammiraglio della marina statunitense, alla fine, decide di "lasciar fare alla natura", il messaggio è ancora più chiaro.

-Ken Watanabe: Io adoro Ken Watanabe ed il suo doppiatore italiano, trasudano giapponesità! Direte che è un po' scontato trovare un professore giapponese, che parla con uno smaccato accento giapponese ed ha un modo di ragionare spiccatamente giapponese in un film su Godzilla, ma non importa: Ken Watanabe è sempre Ken Watanabe e non si tocca. In più, il fatto che gli regalino il ruolo migliore del film mi fa pensare che anche i produttori la pensino come me. (E' anche l'unico attore famoso a sopravvivere al primo quarto d'ora, il che non è poco).

 -La loncandina: 
è pazzesca, che altro aggiungere?
 
 -Il ritorno alle origini: 
era stato annunciato che questo film si sarebbe collegato direttamente alle vecchie produzioni giapponesi e così è stato fatto. L'atmosfera giappa, le caratteristiche tipiche del vero Godzilla ci sono tutte. Ben fatto.

-Il ritorno dell'alito atomico: il grande assente del film del '98, che tutti amavamo riguardo al simpatico mostro nipponico non è stato tralasciato questa volta. Con grande gioia del pubblico in sala.


ASPETTI NÌ:
-L'utilizzo degli attori più famosi: ok, sarà stata sicuramente una strategia di marketing, ma è riuscita solo in parte. Non puoi prendere Walter White (Bryan Cranston), basare tutta la campagna pubblicitaria su di lui e poi farlo fuori come un deficiente qualsiasi nella prima metà del film, lasciando, peraltro, la maggior parte degli spettatori a spiare, per tutto il resto della pellicola, eventuali segnali di una sua resurrezione a sorpresa. D'altronde si sa, moltissimi erano andati al cinema solo per vedere Heisenberg alla prese col mostrone, non si fa.

-Il mini scontro tra titani: 
l'idea era senz'altro mettere tanta carne al fuoco. Non uno, non due ma ben tre mostri giganteschi, di cui due cattivissimi ed uno che si ritrova ad essere il "buono": la situazione ideale perchè i tre si riempiano di mazzate a non finire. Invece, se eravate andati al cinema per vedere Godzilla che picchia altri mostri giganti, rimarrete delusi: l'epico scontro dura pochissimo ed è concentrato nella parte finale del film. Per tutto il resto del tempo (due ore abbondanti) il nostro mostro preferito si limita a nuotare placido alla ricerca delle sue prede. Decisamente poco per quello che poteva essere un "Pacific Rim" senza robottoni.

-Il tentativo di approfondimento psicologico: sicuramente l'intento era di far salire di livello la pellicola rispetto ai classici film di mostri. Per questa ragione, la drammatica storia familiare del protagonista e il rischio che suo figlio viva un analogo dramma. Solo che l'eccessivo pathos stona un po' con le aspettative e, colpa probabilmente della recitazione del protagonista, risulta stucchevole più che coinvolgente.

ASPETTI NO:
- L'utilizzo degli attori più famosi: se con Cranston l'idea funzionava solo a metà, con Juliette Binoche non va proprio per niente. Farete giusto in tempo a vederla in nemmeno 5 minuti di girato, poi salutatela.

-La recitazione dei protagonisti:
Aaron Taylor-Johnson ha una sola espressione facciale e, interpretando il ruolo del protagonista, questo pesa parecchio sul film in generale. Non trasmette assolutamente nulla, anzi, crea distanza con il pubblico. La sua presenza, tuttavia, rende accettabile l'interpratazione di Elizabeth Olsen che, altrimenti, sarebbe risultata abbastanza inconsistente. E pensare che sarà Scarlett...

-La mancanza di una canzone che spacca: 
il grande pregio del Godzilla del 1998 era la sua colonna sonora. Sarà che ero una ragazzina all'epoca, ma "Deeper underground" ce l'ho in testa ancora adesso. Stavolta, invece, uscita dal cinema già non ricordavo che musiche fossero state utilizzate. Oggi non sono nemmeno più sicura che ci fossero delle musiche.

-L'eccessiva serietà: 
da un film di questo tipo ti aspetteresti tantissimi effetti, tantissime scene di combattimento tra mostri, tantissimo kitsch. E' apprezzabile il tentativo di elevare il genere, ma non è riuscito: il film resta a metà tra le due scelte, risultando nè carne nè pesce. 

-Il ritmo: 
la regia è stata piuttosto lenta ed il ritmo abbastanza fiacco, andando così a svilire le idee buone che la pellicola proponeva.

In generale, insomma, così-così. Superiore al film del 1998 (non era difficile, in effetti) ma non abbastanza da lasciare un segno. Poteva andare peggio, ma poteva anche andare decisamente meglio. A quanto pare, nel filone, "Pacific Rim" ha già preso tutto quello che si poteva prendere.
 

2 commenti:

  1. Superiore al film del '98 sono anche io che mi riprendo mentre mi lavo i denti probabilmente: un film di mostri che spaccano città in cui ti addormenti davanti alla tv si commenta da solo direi.

    Rispetto a Pacific Rim?

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    Risposte
    1. Vince Pacific Rim, secondo me: è fantasticamente senza senso e pieno di mazzate! xD
      Di questo apprezzo l'intento serio, ma alla fine entusiasma meno

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