mercoledì 21 maggio 2014

Grand Budapest Hotel

E' il momento di Cannes ma io, come al solito, sono un po' in ritardo e sto ancora recuperando i film importanti che mi sono persa nei mesi scorsi. Qualche giorno fa, quindi, ho finalmente guardato l'ultima fatica di Wes Anderson, "Grand Budapest Hotel".
Ho sempre apprezzato Anderson e non vedevo l'ora di gustarmi il film, nel quale speravo molto, e la pellicola ha ampiamente ripagato le mie aspettative.
La storia è ambientata nei primi anni '30 in un immaginario stato centroeuropeo, Zubrowka, e ruota intorno alle avventure di Monsieur Gustav, concierge del celeberrimo Grand Budapest Hotel, mentre, sullo sfondo, si notano le prime avvisaglie del prossimo conflitto mondiale. Come concierge del più importante hotel del paese, Monsieur Gustav si prende anche l'onere di intrattenere le anziane ospiti della struttura, guadagnandosi così i loro favori e la loro riconoscenza. Una di loro, Madame D., muore in circostanza misteriose e, nonostante la famiglia numerosa, sceglie di lasciare in eredità il preziosissimo quadro "Ragazzo con mela" proprio a Monsieur Gustav. L'ira degli eredi non si fa attendere, ed il povero concierge viene prontamente accusato dell'omicidio della nobildonna. Per sua fortuna, il garzoncello immigrato Zero gli resta fedele ed è pronto ad aiutarlo.
L'ambientanzione europea è una novità per il cinema di Wes Anderson ed è dovuta alla scelta di lasciarsi ispirare dall'immaginario di Stefan Zweig, autore austriaco degli anni Venti e Trenta, cui il film è dedicato, che subì la repressione del nascente Nazismo, vedendosi bruciate tutte le proprie opere.
Da questa scelta, sicuramente, deriva l'evidenziazione, nel film, degli aspetti negativi dei totalitarismi.
"Grand Budapest Hotel" è sicuramente uno dei film migliori del regista americano, che realizza in questo caso una pellicola deliziosamente retrò e dal gusto fiabesco, un piccolo capolavoro tutto incentrato sulla magia della narrazione.
Gli elementi tipici del cinema di Anderson, che mi hanno fatta appassionare alla sua filmografia, ci sono tutti e, anche stavolta, una sfilata di star va a comporre il ricco cast: sembra che ormai gli attori più famosi facciano a gara per apparire in un suo film, anche solo per un cameo. Oltre agli ormai fedeli Bill Murray e Owen Wilson, infatti, troviamo tra gli interpreti Ralph Fiennes, impagabile protagonista, Saiorse Ronan, Edward Norton, Jude Law, Harvey Keitel, un'irriconoscibile Tilda Swinton, Adrien Brody, Willem Dafoe, Jason Schwartzman, Mathieu Amalric e F. Murray Abraham. Nei panni del coprotagonista, invece, un ottimo esordiente, Tony Revolori.
La regia, come sempre, è impeccabile e tutta la pellicola scorre agevolmente, coinvolgendo completamente lo spettatore ed immergendolo in un'ambientazione fantastica, che ricorda da vicino le atmosfere montane svizzere e austriache.
Se, come me, amate lo stile volutamente sopra le righe e consapevolmente snob di Wes Anderson, non potrete che amare questo film.

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