lunedì 26 ottobre 2015

James Bond - 007: Sei volti per un mito

foto by Cinematographe.it
-...E ancora non so a chi ti riferivi di preciso quando hai parlato di James Bond. Perché prima, quando mi hai detto che ti ricordavo James Bond, io ti ho detto che era la cosa più bella che mi avessero mai detto, ho dato per scontato naturalmente...
-Hai dato per scontato di sapere a chi mi riferissi.
-Perché se non è...Se non stavi parlando di quello di cui io penso che stessi parlando allora mi devi aver scambiato per qualcun altro perché per me esiste un solo James Bond.
-Ah, su questo siamo d'accordo.
-Partiamo insieme al tre.
-Uno... Due...Tre...
-George Lazenby!       -Roger Moore!
-Pensavo stessi scherzando!
-Io stavo scherzando!
-Stavo scherzando anch'io!
-L'unico vero James Bond è...Timothy Dalton!
-Scozia Forever!

-Mi sento molto meglio!
Questo dialogo tratto da Slevin - Patto Criminale, interessantissimo neo noir girato nel 2006 da Paul McGuigan, riassume un po' l'eterno dilemma quando si parla di 007: qual è stato, tra tutti gli interpreti, l'unico ed inimitabile James Bond? Il quesito è quantomai attuale in questi giorni: con l'ultimo capitolo, SPECTRE, nei cinema a partire dal 5 novembre e un canale tematico su Sky Cinema, mi è sembrato interessante passare in rassegna i volti che, nel corso degli anni, hanno dato vita all'agente segreto più amato di sempre ed analizzare l'evoluzione che subisce il personaggio di Bond sul grande schermo attraverso le interpretazioni che si sono susseguite. (Se invece preferite ricordare i famosissimi gadget dell'agente segreto, recuperate l'articolo per Nerdando.com in cui vi elencavo i più memorabili).  Non vi indicherò il miglior James Bond perché, in fondo, ognuno di noi ha nel cuore il suo preferito, ma ricorderò con voi le caratteristiche che hanno contraddistinto la versione di ogni interprete.

Sean Connery (dal 1962 al 1967)

Il primo, indimenticabile, 007, irraggiungibile termine di paragone per tutti gli altri attori che ne hanno raccolto l'eredità nel ruolo di James Bond.
Sean Connery ha plasmato, di fatto, l'immaginario colletivo su 007 e creato l'immagine mentale che il pubblico conserva della spia inglese.
L'attore scozzese ha portato molto di sè in Bond, compresa la nazionalità (l'agente segreto, infatti, viene definito scozzese proprio nell'ultimo capitolo cinematografico prima di SPECTRE, Skyfall).
Il suo 007 è scaltro, affascinante, sempre all'altezza della situazione e privo di cedimenti. E' un personaggio granitico, una sorta di supereroe umano.
Connery interpretò il personaggio per cinque film ma poi, stancatosi del ruolo, decise di passare il timone. Nonostante la lunga e ricca carriera successiva, resta legato, nell'immaginario collettivo, a 007 e, per molti fan, è lui l'unico vero James Bond.


George Lazenby (nel 1969)


La difficile e scomoda eredità di Sean Connery è stata raccolta dall'attore australiano George Lazenby.
Lazenby ha interpretato Bond in un solo film della serie (Al servizio segreto di Sua Maestà), che all'epoca si è rivelato un colossale flop ma è stato riconosciuto, a posteriori, uno tra i migliori della saga.
Il suo 007 ha risentito del confronto con quello di Connery e non è mai riuscito a conquistarsi un posto nel cuore dei fan.
L'interpretazione di Lazenby non è totalmente da buttare via, in realtà, ma il suo Bond risulta totalmente privo di empatia nei confronti del pubblico.
Un po' perché si trattava del suo primo ruolo importante, un po' perché non è riuscito a trovare una cifra stilistica personale, rimanendo legato al suo predecessore, il secondo 007 si è rivelato un esperimento da non ripetere tanto che, per la pellicola successiva (Una cascata di diamanti del 1971) i produttori convinsero Sean Connery a riprendere il ruolo.


Roger Moore (dal 1973 al 1985)

Dopo l'effimero ritorno di Connery, comunque deciso ad abbandonare la serie, si è reso necessario trovare un nuovo interprete che, stavolta, riuscisse ad infondere nuova linfa al personaggio e ad entrare nel cuore dei fan.
La soluzione è stata trovata nel britannico Roger Moore, che è divenuto l'interprete più longevo di 007, per ben sette pellicole.
Il suo bond presenta una forte caratterizzazione personale, distaccandosi dalla versione che ne aveva dato il suo predecessore.
Moore tratteggia uno 007 molto più ironico e gentleman, addirittura leggermente dandy, che non perde il suo caratteristico à plomb nemmeno nelle situazioni più movimentate ed ha sempre la battuta pronta. E' con lui che i gadget avveniristici raggiungono un ruolo di primo piano e che il personaggio diventa molto più staccato dalla realtà, quasi macchiettistico.
Molto del successo dell'interpretazione di Roger Moore è dovuto alla capacità dell'attore di fare proprio il personaggio, riuscendo a creare qualcosa di nuovo, senza imitare chi era venuto prima di lui. Proprio per questo la schiera dei suoi estimatori è numerosissima.


Timothy Dalton (dal 1987 al 1989)

Il successore di Roger Moore viene individuato nell'attore britannico Timothy Dalton.
Dalton era stato preso in considerazione per il ruolo già nel '73 ma era stato lui stesso a rifiutare, ritenendosi troppo giovane per la parte.
Nonostante si tratti di un interprete di comprovata bravura, la sua versione di 007 non è stata tra le più apprezzate, anche a causa di un po' di sfortuna (dopo il secondo film da lui interpretato, infatti, la saga subì una lunga battuta d'arresto e, quando si decise di realizzare un nuovo capitolo, lo stesso Dalton aveva perso interesse per il personaggio).
Con quest'attore inglese, James Bond vive una svolta decisa verso il realismo e lo stesso protagonista assume tratti più rudi e aggressivi, perdendo lo stile marcatamente dandy dato in precedenza da Roger Moore.
Con questo cambio di rotta, 007 diventa più realistico e comincia a presentare tratti spiccatamente umani. Tuttavia, la scelta non è stata granché apprezzata dagli appassionati.


Pierce Brosnan (dal 1997 al 2002)

Dopo una pausa lunga ben otto anni ed il definitivo addio di Timothy Dalton, il testimone è passato all'irlandese Pierce Brosnan. Nonostante le iniziali polemiche, con molti fan che non vedevano di buon occhio l'avvento di un Bond non inglese, Brosnan riuscì ad interpretare film di grande successo e i quattro lungometraggi che lo vedono protagonista sono tuttora tra quelli che hanno realizzato i maggiori incassi.
Pur mantenendo uno stile personale, l'attore è riuscito a fondere il meglio delle interpretazioni di Sean Connery e di Roger Moore, le due incarnazioni più amate di 007, realizzando uno James Bond sicuro di sè ma che non rinuncia ad una buona dose di humour.
Nel complesso, la sua è una resa molto efficace del personaggio. Unico tallone d'Achille è che, con lui, i film raggiungono un livello di distacco dalla realtà esagerato, i gadget diventano fantascientifici, tanto da convincere i produttori, dopo il suo abbandono, a rifondare completamente le basi della saga.


Daniel Craig (dal 2006 a oggi)

Dopo una breve pausa, i produttori decidono che è arrivato il momento, per il mondo di 007, di voltare definitivamente pagina. Quanto avvenuto nei film precedenti viene, di fatto, azzerato e si sceglie di ripartire da una storia che sveli le origini del personaggio.
La politica del tabula rasa coinvolge anche la figura di James Bond: dopo anni passati a scritturare attori che rispecchiassero determinate caratteristiche fisiche, viene scelto un interprete completamente diverso da tutti i predecessori. Il britannico Daniel Craig inizialmente non piace ai fan e la scelta di casting è criticatissima. Ad oggi, però, gli appassionati si sono ricreduti, tanto che Craig viene considerato da molti la miglior incarnazione di Bond sul grande schermo.
Coerentemente con la scelta di ripartire da zero, il suo 007 si incupisce, per acquisire tratti estremamente realistici e addirittura rozzi. Bond non è più l'elegante dandy di città, ma è pronto a sporcarsi le mani in prima persona senza preoccuparsi del nodo alla cravatta.

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